Giudicare un vino
DEGUSTATO CON RISPETTO – confrontare le proprie sensazioni con quelle degli altri

Il vino va degustato con rispetto al fine di poterne prima esaltarne i pregi e poi magari notare gli aspetti,
che a nostro giudizio, possano apparire negativi.

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Giudicare un vino è un termine improprio che dovrebbe essere sostituito dal più elegante ed appropriato degustare e non significa vestirsi dei panni del giudice inflessibile con tanto di spada sguainata in mano pronto al massacro. Ci si accosta al vino con il rispetto dovuto ad una delle più belle e coinvolgenti storie dell’uomo testimone della sua fatica, del suo sudore e della sua passione.

E vero che necessiterebbe una buona conoscenza dei parametri di valutazione ma altrettanto importante e forse di più sono le capacità sensorie individuali che vanno inserite nei canoni fissi delle valutazioni professionali.

Un conto è considerare tutti i caratteri e valutarne i parametri e l’altro affermare che un vino e buono ed un altro è cattivo. A parte i difetti evidenti che possano esserci il bon ton ci farà dire questo vino mi piace e questo non mi piace, pronti a confrontare le proprie sensazioni con quelle degli altri.

Istruzioni per l uso

Assicurarsi che il vino sia servito alla temperatura ed al tempo di stappatura consigliati.
Un grande vino rosso invecchiato dovrà avere il tempo di ossigenarsi un poco prima della mescita mentre un bianco profumato porterà i suoi gioielli nel bicchiere immediatamente dopo la stappatura.
La fisiologia della degustazione è ormai una conoscenza scientifica certa che può essere variata e quindi inaffidabile per cause diverse. Fumo, caffè, superalcolici, dentifricio e profumi possono variare la sensazione ed anche il fascino della bella signora o del bel giovane seduti accanto potrà variare la vostra propensione all’ottimismo e valutare senza la dovuta freddezza ed attenzione.

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La forma, le dimensioni del bicchiere sono molto importanti perché alla loro fisicità è legata una sensazione diversa. Bere nella tazza un lambrusco riporta a gusti e tradizioni care ma distrae le sensazioni della labbra. Così un bicchiere di vetro bianco e sottile consentirà di valutare meglio il colore, la grana, la trasparenza e la forma adatta esalterà le caratteristiche del vino.
Il bicchiere tipico da degustazione è diventata la flûte panciuta e bassa. Giustamente in quanto la sua forma e le sue dimensioni consentono una buona trasparenza e nel contempo non chiudono troppo l’esalazione dei profumi dei vini rossi.
La sua forma a calice consente la presa della mano sullo stelo e non ne scalda il contenuto, questo per i vini bianchi. La forma a coppa consente invece un buon riscaldamento manuale frequentemente utile ai vini rossi.

Idealmente per gli spumanti è indicata una flûte alta e sottile che meglio consente di apprezzare il perlage anche se nel mio cuore un grande spumante metodo tradizionale servito in una coppa larga e panciuta libererà meglio i suoi profumi fruttati ed inebrianti.
Per i bianchi fermi la forma un poco panciuta con una apertura svasata consentirà di apprezzarne la stoffa e di meglio coglierne i profumi floreali e freschi.
Per i rossi giovani il bicchiere da degustazione andrà bene ma per i grandi vini di corpo ed invecchiati un bicchiere ampio con una bocca proporzionata in chiusura consentirà di versare una maggiore quantità di vino facilitandone l’ossigenazione e favorendo l’esalazione dei profumi anche dei più reconditi che vorremo assolutamente apprezzare.

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Possiamo passare ora alla degustazione vera e propria che è la parte più importante e delicata e che ha fatto scrivere fiumi di parole. Ogni associazione ed ogni grande autore ha i suoi schemi ed i suoi parametri ed ognuno nello stesso modo è libero di impostare il metro personale di giudizio valido ovviamente per assecondare i propri gusti

“libertà vo cercando che è si cara “

Nei link in fondo al sito sono indicati le basi delle varie valutazioni.

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Vi ricordo solo che Il vino va prima ”guardato” portandolo nelle migliori condizioni di vista, e poi dopo averlo fatto girare dolcemente nel bicchiere “annusato” con entrambe le narici magari una per volte se il naso è troppo grande!

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Solo ora se ne potrà sorbire un sorso facendolo entrare lentamente fra le labbra, il vino verrà fatto girare lungo il palato ed al disotto della lingua e poi bevuto. Si farà attenzione al gusto rimasto dopo l’ingestione, questo è il retrogusto, se ne valuterà poi la persistenza del gusto.